Quasi sempre sporgevo lo sguardo un po' oltre e quasi sempre incrociavo la persona che tra quei volumi si aggirava toccandoli, sfogliandoli, cambiandoli di posto.
Provavo un sentimento misto di invidia, ammirazione, terrore. E mi dicevo che a fare i librai doveva essere davvero una bella fortuna. Avrei potuto chiedere al diretto interessato se davvero fosse così. Ma, come già detto, accanto all'invidia e all'ammirazione provavo anche un pizzico di terrore.

Ma una cosa non ho mai potuto evitare di dire a me stesso: beati loro che leggono tutti questi libri. Non me lo chiedevo. Era per me una verità e una condizione ovvia. Perché, nell'ottimismo della fanciullezza, pensavo di vivere in un Paese mediamente civile. Almeno mediamente. E in un Paese mediamente civile, i librai leggono i libri che hanno voglia di vendere.
Poi il tempo è passato. Non sono riuscito a trovare il sistema giusto per comprare tutti quei libri, ma in un modo o in un altro i libri li compro e li leggo. Non tutti quelli che compro, ovvio. Mi ci vorrebbe questa vita e l'altra che mi capiterà di vivere nella mia prossima reincarnazione. E ho sperimentato che purtroppo, nella generalità delle cose, non siamo un Paese mediamente civile.
Nella generalità delle cose. Ma la bellezza non sta nella generalità. Sta nelle cose piccole, forse nascoste. Nei desideri mossi dalla consapevolezza che in questi nostri giorni il compito che abbiamo è quello di resistere. A cosa? Vedete un po' voi.

E questi libri li ho scoperti frequentando, per uno dei casi della vita, una libreria di Parma che si chiama Diari di bordo. Lì ci ho trovato Alice e Antonello che sono entrambi l'anima e il cuore, le mente e il braccio della libreria.
Ma dov'è la novità? Perbacco! La novità sta nel fatto che si entra in libreria e si chiede cosa si può leggere di bello. Anzi, veramente, si chiede: cosa posso leggere io di bello? Alice e Antonello, che confidano nei tempi lunghi necessari per conoscere le persone consigliano i libri adatti a ognuno. Libri che loro hanno letto e libri che a loro sono piaciuti. E, per quel che mi riguarda, sanno centrare il bersaglio.
Altra sottigliezza: non cercate di estorcere un consiglio sull'ultimo bestseller. Nisba. Niente da fare. Se resistere è la parola d'ordine...
Vorrei essere chiaro. Questo post è una sfegatata pubblicità alla libreria di Alice e di Antonello e al loro modo di essere librai-lettori. Cosa che io adoro.
E fatemi una cortesia: se capitate dalle parti di Parma (e se non avete occasione di capitarci allora andateci di proposito) passate ai Diari di bordo. Credetemi, è un'avventura dello spirito. Che poi ci trovate anche un sacco di persone-lettori da cui sarà difficile staccarvi.
E così anche voi proverete l'ebbrezza, necessaria, di essere "resistenti".
P.S.: come, non ho parlato della Trilogia della pianura (Benedizione, Il canto della pianura, Crepuscolo) di Kent Haruf? Maddài, state dicendo sul serio?
Avere un libraio di fiducia, che sappia consigliare i libri buoni per te, un libraio amico, credo sia un'esperienza appagante. Io ho scoperto la possibilità di questa dimensione ad Arezzo, nella libreria dove vado sempre. Ma solo la possibilità, a causa della mia timidezza, e per ora me la faccio bastare. Ed è una dimensione centrale nel tuo libro L'odore della polvere da sparo (che sto leggendo) da cui ho assorbito atmosfere che mi riempiono di rimpianto per non averla mai vissuta da ragazza. Ma è bella la malinconia di quel rimpianto.
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