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Collaboro dal 1993 con la rivista "Segnocinema". Amo l'appennino pistoiese, l'Aglianico del Vulture, i miei amici. Tengo per il Toro, e sono un lettore pressoché onnivoro. Ho scritto due romanzi, 'Ho una storia per te' e 'L'odore della polvere da sparo', entrambi pubblicati da Edizioni Spartaco.

sabato 3 dicembre 2011

Càpita

Lev Tolstoj. Immagine tratta dal web.
Capita. Nella vita di un lettore capita di fare progetti, inseguire libri o autori, programmare serrati periodi di lettura su questo o su quello. I motivi e le occasioni alla base di questa razionale programmazione sono tanti e sono noti a tutti. Evito quindi di dirli, anche perché non sarei esaustivo. Ogni lettore ha un proprio e individualissimo mondo e modo di relazionarsi a ciò che legge e che vorrebbe leggere.

Però una cosa vorrei dirla. E fa parte di una questione che mi lascia sempre un po' interdetto. Per non dire scoperto di fronte alla consapevolezza di quanto, dopotutto, solo relativamente io sia padrone delle mie scelte.

Ovvio che parlo della casualità grazie alla quale ci imbattiamo in libri e autori. Non voglio autogratificarmi o autoflagellarmi con ipotesi psicoanalitiche, e dunque vi racconto l'ultimo incontro, casuale, con un autore che in queste settimane è diventato parte dei miei giorni.

L'antefatto, come molte e importanti cose che mi sono accadute negli ultimi mesi, ha a che fare con Torino. E chi frequenta questo blog mi prenderà per noioso, ma non ci posso fare niente.
Dunque: seguendo il consiglio di due cari amici torinesi, in una bella mattina di inizio novembre (ah! c'è una qualche...eco dissimulata in questa frase!) mi reco alle Officine Grandi Riparazioni dove è allestita una splendida mostra interattiva dal titolo che non so se sia un auspicio, un'amara considerazione oppure solo una citazione di impianto storico-letterario: Fare gli Italiani.

Della mostra, entusiasmante, non parlo. Ma del dopo mostra sì. Avevamo voglia, io e mia moglie, di acquistare dei gadget (la metto la "s" finale? Mah!), e dunque si gira nell'apposito spazio. Su un tavolino, due o tre titoli di un unico autore: Enrique Vila-Matas. "E mo' chi è questo?" mi dico sfogliando qualche pagina di "Dublinesque" e di "Dottor Pasavento". Mah, mi sarà sfuggito. Mi guardo intorno per vedere se qualcuno ha notato la mia aria perplessa. Non vorrei essere stato colto in fallo. Perché, mi chiedo e vi chiedo, è possibile che a un lettore che con sfacciata sicumera si definisce "onnivoro" sfugga un autore anche solo uno?

Massì, massì che è possibile. E lo dico non a mio beneficio, ma a vostro. Vi prego: non seguitemi nelle mie ossessioni compulsive, nei miei sensi di colpa eccetera. Vivete la vostra vita di lettori con meno ansia di come la vivo io.

Comunque, una scoperta. "Dottor Pasavento" mi ha inchiodato. E non so quante pagine ho sottolineato, evidenziato, straziato con punti esclamativi e con annotazioni di "fondamentale!" a margine.
Libri, libri, libri. E molti dei libri che costituiscono il tessuto narrativo (e saggistico) di "questo" libro, sono stati e sono fondamentali per la mia vita. E l'amore per la letteratura mitteleuropea, e il "mio" Magris citato qua e là. Ma come, dico, da uno scrittore spagnolo. Essì essì, da uno scrittore spagnolo. Che se poi si legge "Dublinesque" ci si trova catapultati addirittura nell' Ulisse di Joyce. E ditemi voi.

Lo spazio è poco, anche perché voglio dedicarmi due righe per un invito, ma Bartleby e compagnia e quell'ansia di scomparire, di annullarsi? Quegli scrittori che inseguono nella loro non scrittura (la scrittura del No, dice Enrique) il desiderio di invisibilità. Vi ricordate? A me, tra le altre cose, ha fatto venire in mente la storia di Enrico Mreule che Magris, ancora lui, ha magistralmente raccontato in Un altro mare.

Ora basta. Dei libri di Vila-Matas parlerò in un'altra occasione. Andiamo oltre. Dunque mi faccio forza, vinco l'imbarazzo e vi invito tutti, dal 7 all'11 dicembre alla Fiera dell'editoria "Più libri Più liberi" che si tiene a Roma, al Palazzo dei Congressi. Lo dico in un soffio, con timore e tremore, ma il 7 alle 18, presso la sala Smeraldo si presenta Ho una storia per te. Io comunque sarò lì tutti i giorni, nei pressi dello stand H21.
Mi piacerebbe incontrarvi e continuare a parlare con voi ancora di libri. E questa volta, se vi va, anche del mio.

Un caro saluto a tutti e a ognuno.


10 commenti:

  1. allora in bocca al lupo per tutto, sono sicura la fiera andrà benissimo! spero di riuscire a leggere presto la tua fatica...

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  2. @Hob03. Grazie per il tuo "in bocca al lupo". Credo di averne veramente bisogno. Come avrò bisogno di pareri, critiche, consigli.

    Un caro saluto.

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  3. c'è anche un'altra espressione per dire in bocca al lupo, ma non si confà ad una signora anziana perciò glisso, ma tu sappi di "essere augurato" comunque

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  4. Ci racconti com'è andata? Com'è presentare un proprio libro???

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  5. Come sentirsi a casa. Una sensazione leggera, piacevole, avvolgente.

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  6. Che meraviglia! Al tuo posto avrei avuto la tremarella...

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  7. ohi ohi Attilio...mi tocca rimpolpare la lista dei desideri ^_^
    congratulazioni!
    un abbraccio
    raffaella

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  8. Un abbraccio a te, Raffaella. E grazie.

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